Consigli per la conservazione

Indicazioni per la "buona gestione" del bene tutelato (e non), così da rispettarne il significato materiale e storico.

Le autorizzazioni rilasciate dalla Soprintendenza hanno lo scopo di salvaguardare quelle caratteristiche materiali che fanno di un immobile una testimonianza storica collettiva.

Tali prescrizioni si basano su regole generali, che vengono poi declinate secondo il caso specifico.

Se ne propone di seguito una panoramica, rivolta senza dubbio a chi si trova ad intervenire su un immobile espressamente vincolato, ma anche -e soprattutto- ai proprietari di quel patrimonio architettonico “minore” che costituisce la filigrana del paesaggio trentino, e che pur non ricadendo nell’ambito del Codice dei beni culturali racchiude in sé la memoria di paesi, di famiglie, di abilità artigiane oggi scomparse.

Un invito rivolto a tutti, per garantire che modelli architettonici oggi diffusi e riconosciuti non diventino in un prossimo futuro eccezionalità costruttive da salvaguardare.
   

IN GENERALE  
Manutenzione vs. restauro L’adozione di adeguate misure di manutenzione può nella maggioranza dei casi evitare, o quantomeno rimandare, un più impegnativo intervento di restauro. Ogni edificio subisce naturalmente lo scorrere del tempo, ma con accorgimenti mirati è possibile contenerne il degrado, evitando di giungere a quella soglia critica oltre la quale è necessario predisporre un progetto di risanamento conservativo.
Riparare, non sostituire Gli elementi che compongono un’architettura, anche i più umili e funzionali, fanno parte della sua storia e rispecchiano le scelte e le esigenze di chi prima di noi ha progettato e vissuto l’edificio.
In fase di intervento è quindi importante valutare se la sostituzione di un componente sia effettivamente necessaria a causa della sua irrecuperabilità, oppure se risponda ad un mero desiderio di “nuovo” e di “bello” rispondente ai canoni del gusto moderno.
In molti casi conoscere la storia del complesso aiuta a comprendere e rivalutare elementi che non parevano in prima battuta concorrere alla definizione di interesse culturale del fabbricato.
Aggiunte e completamenti Aggiungere volumi ad un edificio storico è un’azione di forte impatto e come tale va attentamente valutata alla luce delle preesistenze e dei possibili esiti. Talvolta gli ampliamenti sono indispensabili per mantenere la continuità d’uso dell’immobile; in questo caso le aggiunte devono essere progettate in modo che si inseriscano coerentemente nell’impianto originale, mantenendo allo stesso tempo un grado di riconoscibilità immediata.
Gli stessi principi sono applicabili ai completamenti, che vanno a colmare lacune nell’edificato e che, se ben progettati, possono contribuire a migliorarne la leggibilità. In entrambi in casi la buona riuscita dell’intervento dipende dalla sensibilità del committente e del progettista.
SUPERFICI  
Intonaco L’intonaco costituisce la “pelle” dell’edificio. Protegge la muratura sottostante e determina, con il proprio colore e la propria finitura, l’impronta visiva del fabbricato nel contesto ambientale.
Esposto agli agenti atmosferici, è soggetto ad un rapido degrado, che negli edifici antichi ha determinato la sovrapposizione di strati su strati, a testimonianza delle riparazioni che la continuità d’uso richiedeva e del variare dei gusti in fatto di tinte e decorazioni.
L’intonaco ha quindi molto da raccontare. Gli interventi su tale superficie dovrebbero essere condotti solo sulle aree deteriorate in maniera irrecuperabile, conservando dove possibile l’esistente. Se non evitabile, la rimozione deve tener conto che l’intonaco superficiale potrebbe celare strati precedenti, dove si possono rilevare decorazioni, iscrizioni o graffiti.
Tinteggiature La tinta dei prospetti, esterni e interni, contribuisce a definire il carattere e l’unicità di un’architettura. Indice dei gusti estetici dei committenti, riveste talvolta significati più profondi come l’appartenenza a una famiglia, a una fazione, a un’istituzione. Talvolta, come nelle case cantoniere, il colore si identifica con la funzione stessa dell’edificio. Il suo variare nel tempo, osservabile direttamente sugli strati d’intonaco superstiti o indirettamente tramite vedute e iconografia storica, dovrebbe quindi orientare la scelta di una nuova tinta in fase di restauro. Anche in assenza di un colore storicamente significativo, sarà comunque importante valutare gli impatti di un nuovo cromatismo a livello urbano e ambientale, per non tubare gli equilibri del paesaggio circostante.
Affreschi, stemmi e iscrizioni Anche in assenza di un vincolo di tutela, il Codice dei Beni culturali riconosce tutti gli affreschi, gli stemmi, i graffiti, le lapidi, le iscrizioni, i tabernacoli e gli altri elementi decorativi di edifici, esposti o non alla pubblica vista, come beni oggetto di specifiche disposizioni ai sensi dell’art. 11 del D.Lgs. 42/2004; in particolare ne vieta il distacco senza espressa autorizzazione del Soprintendente (cfr. artt. 11 e 50 del D.Lgs. 42/2004).
In termini di restauro, si raccomanda di rivolgersi a professionisti abilitati che siano in grado di condurre l’intervento nel rispetto delle caratteristiche storiche e materiali del manufatto. Per qualsiasi dubbio, è possibile interpellare la Soprintendenza, i cui funzionari e restauratori possono fornire le indicazioni più appropriate.
Stucchi Decorativi e scenografici, sospesi tra scultura e pittura, gli stucchi impreziosiscono soffitti e prospetti. Studi recenti hanno approfondito lo stile, le metodiche e la diffusione di questi ornati, restituendo un interessante quadro sulle committenze e sulle botteghe -spesso itineranti- degli stuccatori attivi nel nord-est italiano.
In passato, durante la manutenzione di un palazzo, era uso “rinfrescare” gli stucchi ed i marmorini con scialbature a calce e a gesso, tinte a tempera o acriliche. Con un approccio curato e attento, soprattutto se si tratta di stucchi policromi, si può dare un riordino dignitoso alle trasformazioni subite dalle opere nel passato. Gli interventi di pulitura devono quindi essere guidati da scelte critiche che interpretino lo stucco nel suo valore artistico, ma anche nel suo inserimento generale nella quinta architettonica. Allo stesso modo, gli interventi di consolidamento e integrazione vanno eseguiti con grande attenzione alle scelte di metodo e di materiali.
STRUTTURE  
Murature Le murature sono elementi ricchi di informazioni sul vissuto dell’edificio: lo raccontano attraverso i materiali, la tessitura, le caratteristiche dei giunti.
Assicurare la stabilità di una muratura significa passare attraverso una serie di scelte operative che possono essere fatte solo dopo uno studio conoscitivo della fabbrica. Ne emergeranno sopraelevazioni, tamponature, strappi, aperture, riparazioni e molti altri interventi che dovranno essere considerati e integrati nelle scelte proguettali. Alcuni di questi potranno essere anche evidenziati e valorizzati, diventando un punto di forza della ridefinizione architettonica di un complesso.
Finestre Se l’intonaco è la “pelle” di un edificio, le finestre sono i suoi “occhi”. La loro disposizione permette di intuire la distribuzione interna degli spazi; il loro profilo ne denuncia il riferimento stilistico; i serramenti mostrano gli accorgimenti tecnici adottati.
In tempi recenti la conservazione di questi elementi architettonici è stata modulata dalla crescente sensibilità verso la tematica del risparmio energetico. Prima di decidere per un’integrale sostituzione del serramento (che deve comunque essere coerente all’originale per forme, colori e materiali) può essere utile verificare la possibilità di migliorarne la prestazione, ad esempio tramite l’installazione di vetrate isolanti interne, che permettono di ottenere i parametri termotecnici desiderati senza eliminare il supporto storico.
Tetti Il tetto è la “quinta facciata” di un edificio e ne completa in modo essenziale l’aspetto. In scandole, in paglia, in pietra naturale, in coppi...qual è il tetto appropriato per un edificio storico? Da un lato è determinante la tipologia edilizia (chiesa, maso, residenza, fabbrica, condominio, villa), dall’altro il periodo di costruzione dell’edificio o la sua ultima ristrutturazione radicale. È inoltre essenziale l’ubicazione dell’edificio, poiché spesso esistono materiali o sistemi di copertura tipici del luogo o della regione. Fonte di informazioni interessanti può essere anche la consultazione di vecchie immagini (dipinti, fotografie) o un’ispezione nel sottotetto, dove talora sono conservate vecchie tegole di scorta. Vanno poi tenute in considerazione anche eventuali prescrizioni dei regolamenti edilizi comunali o del piano per la tutela degli insiemi. (rif. “A ogni edificio storico il suo tetto”, prospetto informativo della Ripartizione Beni Culturali della Provincia Autonoma di Bolzano).
Elementi lignei Il legno è un materiale che caratterizza profondamente gli spazi in cui viene impiegato. Per colore, profumo, rumore, calore. Il restauro di apparati lignei, siano essi elementi strutturali come le travi delle grandi capriate o finiture decorative come i pannelli delle stubi, deve essere affidato a un artigiano esperto, che ne sappia valutare le condizioni e scelga di conseguenza le metodologie più idonee da impiegare.
Per questo tipo di elementi una manutenzione costante, ancorchè leggera, permette di evitare interventi estesi e sicuramente più dispendiosi, se non addirittura la perdita di queste importanti testimonianze.

29/03/2017

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