E' tornata "Strenna Trentina"
Dal 1905 ai giorni nostri: da centotredici anni una narrazione del Trentino tra avvenimenti, documenti, poesie, racconti, riflessioni
"Strenna": Dono che si fa a parenti, amici, conoscenti, o che una ditta fa a clienti o a dipendenti, in occasione di festività annuali.
Secondo la tradizione romana antica, in origine fu un dono di carattere religioso e consisteva in un ramoscello colto nel boschetto che circondava il tempio della dea Strenia (di origine sabina, il cui nome forse significava «salute»), sulla Via Sacra, e offerto al re. I Romani si scambiavano tali doni, per augurio, nei giorni di festa, specie alle calende di gennaio; ai ramoscelli sacri, ai fichi o al miele si sostituirono poi denaro o vari altri oggetti. Si offrivano s. all’imperatore, anche assente. (da enciclopedia Treccani)
“Graditela voi e fate che con voi se la godano molti” – scriveva nel preambolo del primo numero “fra Martino”, l’anima fondatrice. Eravamo nel 1904 e quel primo fascicolo era per l’anno verso cui il Trentino si stava avviando: il 1905. Pragmaticamente egli poi – “compiuta la nostra parte” – affidava il futuro di quella pubblicazione ad una forma popolare partecipata, cooperativa e solidale aggiungendo, a monito: “leggetela, fatela leggere, diffondetela a larghe mani in tutte le famiglie del nostro caro Trentino…”.
Da allora Strenna Trentina continua ininterrotta, fedele ad una propria impostazione grafica, riproposta negli anni e mai omologata, costante nello spirito indicato in quelle pagine oggi molto ingiallite, da cui tutto ha avuto inizio: “una pubblicazione di scritti scelti, di componimenti in prosa e in versi, tutti interessanti e gentili, tutti belli insomma, come le penne che li regalano”.
Così è stato e così è oggi. Le pagine sottili di Strenna Trentina 2017 (altro distintivo) accolgono più di cento contributi: testi brevi, delle poesie, equilibrate immagini con concatenazioni tra presente, passato e futuro in un’alternarsi sostenuto delle voci e degli argomenti.
A firmarli, con stile personale e gratuità d’impegno, donne e uomini della società trentina: in molti si possono riconoscere protagonisti della vita di oggi, ma nella maggioranza si tratta di persone più silenziose, che hanno vissuto e ascoltano con attenzione le vicende di questa terra, scrivendone con gusto e passione, declinandole nel verso giusto a far si che ancora si abbia il senso e la bellezza per un incontro, un dialogo, una passione: nelle città come nei paesi. Sfaccettature di tanti mondi sociali, culturali, di tradizione, di curiosità e di eventi che tracciano gli affanni e le gioie del vivere quotidiano, di oggi e di ieri e di prima ancora, anche in dialetto per non dimenticarlo.
Tante facce della società che portano Strenna Trentina di fatto ad essere una presenza immancabile. Questa la sua forza, che la porta ad essere riposta “sul tavolino o sul piano dello scaffale più accessibile, per essere ripresa in mano agevolmente, nello spirito dell’incontro come è quello con un amico”, come ebbe a scrivere qualche anno fa Franco de Battaglia. Un’immagine, quella di una Strenna dalle pagine un po’ sgualcite dal passaggio di mano in mano, ritorna famigliare anche al nuovo Arcivescovo di Trento, al quale è affidato il saluto ai lettori del nuovo anno.
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06/12/2016