Il sistema dei forti: dalla guerra alla Pace
Un'operazione di grande rilievo istituzionale, resa possibile dalla messa in comune di forze e risorse, e suggellata da un logo
Tiziano Mellarini, assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile della Provincia autonoma di Trento; Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione museo storico del Trentino; Camillo Zadra, provveditore del Museo storico della guerra di Rovereto; Claudio Martinelli, dirigente del Servizio attività culturali della Provincia. Insieme con loro, il sindaco di Levico, quello di Trambileno e la vice sindaca di Tenna: nell'appuntamento di Cultura Informa del 19 maggio è stato presentato "Il sistema dei forti" del Trentino.
“Con le amministrazioni comunali dei quindici forti presenti sul territorio siamo riusciti a creare un coordinamento, era impensabile che ciascun soggetto procedesse per conto proprio – ha esordito Mellarini -. Era un dovere morale della comunità trentina recuperare manufatti che fanno parte della nostra storia e della nostra memoria. Diversi di essi sono stati sottoposti a interventi corposi, con l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo del passato presso le nuove generazioni. Le iniziative, in collaborazione anche con il Friuli e altre regioni italiane, raggiungeranno il 2018 e proseguiranno oltre il Centenario. Il logo scelto a rappresentare il sistema mette insieme degli elementi fondamenti: l’architettura dei forti, il percorso che dall’Adamello conduce alla Marmolada in un ideale itinerario ‘dalla guerra alla pace’, la bandiera d’Europa".
Ferrandi si è soffermato sull’importanza "del momento odierno, alla vigilia del 24 maggio, a cent’anni dall’inizio di un conflitto che ‘ha scaraventato’ i trentini in una dimensione di guerra totale. Ci sono tanti modi per ricordare un anniversario, la scelta della Giunta provinciale è stata di accelerare affinché i forti arrivassero al Centenario uniti e con un programma di attività che fa ben pensare di riuscire a valorizzare queste strutture. La logica è di garantire nel tempo la fruibilità dei forti, e dopo il 2018 di ereditare e valorizzare il patrimonio. Un’operazione di grande rilievo istituzionale, resa possibile dalla messa in comune di forze e risorse, e suggellata da un logo che riprende alcuni elementi del patrimonio architettonico, ma lo collega all'idea di Europa. È centrale quest’idea di introdurre la bandiera europea nel percorso - ha sottolineato - perché va in direzione del concetto di una terra di confine in cui si spiega e si sviluppa la storia ma soprattutto la si elabora creando dei ponti importanti. Rendere i forti visitabili, ma anche luoghi di produzione di eventi: questa la scommessa. Nel logo, la linea punteggiata segna non solo il confine, il fronte, ma il sentiero della Pace. Ed ecco un altro grande strumento su cui vogliamo puntare nel lungo periodo: che i forti possano diventare punti informativi lungo il sentiero della Pace, iniziando da ovest verso est con Vermiglio e Forte Strino, per continuare con i forti della Valle del Chiese, con quello di Monte Brione, e poi con Forte Pozzacchio, una primizia, un asso nella manica in vista del Centenario. Quindi i forti degli altipiani cimbri, la coppia invincibile di Forte Tenna e Colle delle Benne in Valsugana. Superato il Lagorai ecco la val di Fiemme con forte Dossaccio, che quando sarà pronto costituirà una perla all’interno del Parco di Paneveggio San Martino. E quindi in città, forte Cadine che comincia a essere il sistema centrale di documentazione dei forti, e la batteria di Roncogno sulla collina est di Trento. Un lavoro in progress che non esclude nessuno, per il quale possiamo contare sulla rete di promozione già pronta. Abbiamo chiesto e ottenuto dal gestore del sito www.trentinograndeguerra.it la possibilità di veicolare informazioni".
Di “occasione importante perché la nuova entrata del sistema era attesa da tempo" - ha parlato invece Zadra "Nel corso di quasi vent’anni di progetto di recupero dei forti - ha proseguito -, c’è sempre stato sullo sfondo il problema di come questo necessario intervento di tutela del patrimonio storico sarebbe stato organizzato per renderlo fruibile alle comunità. Il circuito dei forti rappresenta una parte decisiva per la storia del Trentino e per la sua capacità di essere luogo di storia e di memoria storica. Attorno alla data del 24 maggio si registra una straordinaria attenzione, un montare percepibile di interesse quale segno che per gli italiani la Prima guerra rappresenta il momento fondativo della comunità nazionale: è nelle trincee e non tanto nel 150esimo dell’Unità d’Italia che si raccoglie la storia di milioni di famiglie segnate da quella guerra. Per questo è necessario accogliere e corrispondere alle attese delle centinaia di migliaia di persone che vogliono rivedere quei luoghi culturali. In tal senso, i forti diventano anche strumenti per rilevare e capire questa frequentazione. L’interesse è in crescita: rispetto ai 22000 visitatori dello scorso anno, in questi primi mesi del 2015 ne sono stati registrati più di 35000”.
Martinelli ha sottolineato il ruolo di coordinamento del Servizio attività culturali che ha “condiviso fin dall’inizio il processo di costruzione del sistema, supportando musei e amministrazioni comunali, promuovendo la valorizzazione attraverso iniziative che non vadano a sostituirsi a quelle delle amministrazioni comunali, ma portando nei forti un percorso di spettacoli simile a quello delle rete dei castelli, con iniziative in grado di far rivivere emozioni. Il titolo provvisorio, forse forte, del programma che si svolgerà tra luglio e agosto è ‘Sentinelle di pietra’ con il sottotitolo ‘Il futuro della memoria’, non un semplice contenitore del passato ma una riflessione sul significato della memoria nel XXI secolo" - ha concuso.
19/05/2015