"Il tempo e l'istante"
La nostra intervista a Layla Betti sulla mostra al Mag di Riva. Il cambiamento attraverso i costumi, il paesaggio, l’evoluzione del modo di fotografare
Abbiamo chiesto a Layla Betti di guidarci all'interno del percorso espositivo:
Perché Il tempo e l’istante? Quale legame tra i due aspetti?
“Coniughiamo il tempo della grande storia, quella attraversata dall’umanità, al momento singolo, all’istante di una fotografia che si sofferma anche sulla singola vita colta per caso, su gesti inconsapevoli che uno scatto può regalare a un tempo lunghissimo: quasi battiti del nostro cuore che danno il volto ad attimi di vita diversi”.
Da dove provengono le opere in mostra?
“Abbiamo attinto al ricco archivio fotografico del Mag, cresciuto negli ultimi anni attraverso le mostre dedicate al paesaggio del lago. Accanto alla fotografia storica, intendiamo valorizzare le donazioni, cui appartengono fondi non ancora esposti. Non sarà una monografica su un autore o l’approfondimento di un tema, ma un racconto per immagini che da fine Ottocento – quando la fotografia diventa strumento per indagare il mondo - conduce al presente”.
Quali aspetti saranno presi in considerazione?
“Ci sono immagini di Riva e di diversi altri centri gardesani, una parte dedicata alla navigazione e alle attività umane sul lago, la sezione finale, invece, riguarda il boom turistico della zona dell’Alto Garda e il Novecento. Senza mostrare per forza il paesaggio della guerra, diamo spazio al cambiamento attraverso i costumi, il paesaggio, l’evoluzione del modo di fotografare quando da strumento a disposizione di pochi la fotografia diventa più popolare. Cambia allora l’approccio, viene magari meno la bellezza dei momenti raccolti per caso dal fotografo”.
Verrà proposto anche un dialogo tra antico o contemporaneo o la mostra avrà uno sviluppo cronologico?
“Ci sono degli incisi di fotografia contemporanea che puntano a sorprendere lo spettatore. Il Mag ha realizzato delle mostre fotografiche di grandi artisti contemporanei attraverso Sguardi gardesani, un progetto durato cinque anni che intendeva raccogliere delle osservazioni sul paesaggio del lago. L’idea curatoriale è di creare una dimensione di riflessione verso la contemporaneità, mettendo in dialogo alcune immagini storiche con altre contemporanee, che utilizzano anche il colore, raccontando le trasformazioni del paesaggio, dei costumi, delle abitudini”.
Che spazio avranno in mostra i diversi intellettuali che hanno frequentato il lago, da Kafka a Rilke, da Thomas Mann a Freud?
“Il lago di Garda è stato una tappa obbligata di numerosissimi Grand Tour, tanto per i paesaggi suggestivi che per le condizioni climatiche favorevoli. Sono molti i grandi viaggiatori che hanno visitato il Garda tra Otto e Novecento. I grandi intellettuali saranno menzionati in una linea del tempo disposta a parete. Questo utile strumento permetterà di raccogliere in uno sguardo i grandi nomi che si sono fatti affascinare dal lago, tornandovi anche a più riprese. In mostra saranno presenti altre due linee del tempo: una prima che raccoglie gli eventi del XIX secolo e un’altra che racconta il Novecento. Questi due racconti ‘grafici’ volutamente non narrano solo gli eventi storici ma anche i cambiamenti nei trasporti, nella società e nella costruzione della città di Riva del Garda”.
Layla Betti è una delle curatrici della mostra insieme a Claudia Gelmi e Sara Vicenzi
10/03/2015