La vita delle opere: dalle fonti al digitale
Una conferenza per raccontare la storia delle opere e della loro “vita” segreta attraverso le nuove tecnologie digitali
Mercoledì 18 maggio alle 17, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei, il Museo Diocesano Tridentino promuove un incontro aperto a tutti dal titolo La vita delle opere: dalle fonti al digitale, una conferenza di grande interesse e attualità dedicata al rapporto tra arte e nuove tecnologie. L'appuntamento è affidato alla professoressa Antonella Gioli, docente presso l'Università di Pisa e coordinatrice del progetto La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Progetto pilota per la ricerca e la comunicazione nei musei della storia conservativa delle opere d’arte. Finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito dei Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), La vita delle opere nasce dalla necessità di rendere visibile al pubblico la lunga storia che ogni opera d’arte ha attraversato nella sua vita.
Le opere d’arte infatti non sono nate come oggi le vediamo e non sono state realizzate per i musei dove oggi sono esposte, ma nel tempo sono state trasformate e spostate, sono state oggetto di interventi e modifiche da parte di artisti, custodi, restauratori, studiosi, collezionisti, mercanti, ladri, conservatori: generazioni di persone che ne hanno scritto la biografia e che ne hanno consentito la trasmissione fino ai nostri giorni. Per raccontare questa vita 'segreta' delle opere il progetto pilota ha curato con particolare attenzione la fase di comunicazione e divulgazione dei progressi delle ricerche, adottando sia strumenti tradizioni -pubblicazioni, visite guidate, mostre e documentari - sia media ad alta tecnologia, come l'omonima App La vita delle opere, che sarà presentata al pubblico in occasione della conferenza.
I contenuti della App, disponibile gratuitamente per IOS e Android, integrano le conoscenze trasmesse dai musei e non si sovrappongono ad eventuali altre App generaliste e di orientamento. Si rivolgono ad un segmento di visitatori curiosi, disposti a soffermarsi più tempo nelle sale per vivere una slow digital experience dedicata ad una limitata selezione di opere. L’esperienza proposta intende tuttavia arricchire e non sostituire l’osservazione diretta: l’App è un amplificatore, una lente d’ingrandimento e veicolo di approfondimenti specifici, che si possono consultare sia prima che dopo la visita, ma che solamente al cospetto delle opere acquisiscono pieno significato per il visitatore, il cui sguardo viene guidato in una mirata esperienza di riconoscimento visivo.
Sito web ufficiale: http://lavitadelleopere.com/it/
Antonella Gioli. Laureata all’Università Statale di Milano, Specializzata in Storia dell’arte e Dottore di ricerca in Storia delle arti visive all’Università di Pisa, Ricercatore e docente di Storia e tecnica del restauro e Museologia e museografia (SSD L-ART/04) presso l’Università di Pisa. Dal maggio 2014 è membro del Consiglio di Amministrazione del Polo museale Fiorentino – Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze.
17/05/2016