Stava: 19 luglio 1985
A trent'anni dalla tragedia un omaggio alla memoria delle 268 vittime in una mostra al Parlamento di Strasburgo.
Fino al 10 luglio il Parlamento Europeo a Strasburgo ospita una mostra/percorso didattico dedicata alla tragedia della val di Stava, di cui il 19 ricorre il 30esimo anniversario. L'esposizione, curata dalla Fondazione Stava 1985 Onlus con il sostegno della Provincia autonoma di Trento, sarà presentata anche a Trento presso la sede del Consiglio della Regione autonoma Trentino Alto Adige e a Roma presso la sede della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano.
Abbiamo in proposito raggiunto telefonicamente Michele Longo, coordinatore dei "Progetti Stava", ancora a Strasburgo dopo l'inaugurazione della mostra avvenuta ieri (7 luglio).
"Genesi, cause e responsabilità della catastrofe di Stava, questo il nome del percorso didattico normalmente visitabile all'esterno della Fondazione, ora ospitato dall'eurodeputato Herman Dorfmann - spiega Longo -.
Nella prestigiosa sala Emilio Colombo del Parlamento a Strasburgo il sindaco di Tesero Elena Ceschini e il presidente della Fondazione Stava Graziano Lucchi hanno introdotto i contenuti della mostra che si compone di 30 pannelli, 15 in lingua italiana e 15 in lingua inglese, e da due documentari. Attraverso i pannelli avviene il racconto cronologico di quanto accaduto, partendo dagli inizi dell'attività mineraria all'innalzamento dei bacini di decantazione; quindi il disastro, il procedimento penale successivo, la ricostruzione.
L'obiettivo è di dare un'informazione accurata di quanto successo e delle problematiche derivanti da una non corretta gestione del territorio.. La mostra - prosegue Longo - ci permette anche un approfondimento su tali argomenti, legato all'attuale situazione delle discariche minerarie nel mondo, che sono numerose e non sempre controllate. Si registrano, infatti, almeno un paio di crolli all'anno, negli ultimi mesi in Canada, Messico, Brasile.
La Comunità europea si è occupata dell'argomento e ha emanato una direttiva che dà indicazione agli stati membri sia in materia di censimento sia di controllo. Particolare attenzione è stata dedicata al lavoro della Fondazione per individuare sul territorio problematiche simili e dare indicazioni su come gestirle in base all'esperienza da noi acquisita.
L'invito a partecipare ci è stato rivolto dall'eurodeputato Herman Dorfmann che nella sua visita a Stava era rimasto colpito dal nostro modo di comunicare, rigoroso su quanto successo e propositivo per le soluzioni. Il nostro lavoro è stato così sottoposto all'attenzione degli europarlamentari affinché diventasse una strada da seguire. In Europa i rifiuti derivanti dall'attività estrattiva sono milioni e milioni di tonnellate, e quasi sempre trattati come è successo a Stava, è necessario fare delle riflessioni in proposito - conclude".
Erano le 12.22’55” del 19 luglio 1985 allorché una colata di fango sprigionatisi a seguito del crollo della discarica di miniera costituita da due bacini sovrapposti realizzati per la decantazione e lo stoccaggio degli sterili residuati dalla lavorazione della fluorite mediante flottazione annessa all’impianto di arricchimento del minerale di Prestavèl nel Comune di Tesero, in valle di Stava - laterale della valle di Fiemme in Trentino nelle Alpi orientali dell’Italia settentrionale – distrusse l’abitato di Stava e parte dell’abitato di Tesero. La massa fangosa composta da sabbia, limi e acqua scese a valle alla velocità di quasi 90 chilometri orari e spazzò via persone, alberi, abitazioni e tutto quanto incontrò fino a raggiungere la confluenza con il torrente Avisio che solca la valle di Fiemme. Lungo il suo percorso, la colata di fango provocò la morte di 268 uomini, donne e bambini, il ferimento di altre 20 persone, la distruzione completa di 3 alberghi, di 53 case d’abitazione e di 6 capannoni; 8 ponti furono demoliti e 9 edifici gravemente danneggiati. Uno strato di fango tra 20 e 40 centimetri ricopriva un’area di 435 mila metri quadri circa per una lunghezza di 4,2 chilometri. Dalle discariche fuoriuscirono circa 180 mila metri cubi di materiale ai quali si aggiunsero altri 40-50 mila metri cubi provenienti da processi erosivi, dalla distruzione degli edifici e dallo sradicamento di centinaia di alberi. La catastrofe della Val di Stava è uno fra i più gravi disastri avvenuti al mondo per il crollo di discariche di miniera.
08/07/2015