Ultimi giorni per "Vita nascente | Da Giovanni Segantini a Vanessa Beecroft"
Chiude l'11 la mostra presso la Galleria civica G. Segantini di Arco
La mostra Vita nascente | Da Giovanni Segantini a Vanessa Beecroft, dedicata ai temi della natività, della maternità della cura materna e dell’infanzia, fino all'11 gennaio presenta una selezione di capolavori del Mart. Il percorso ha un suo nucleo significativo nella figura di Giovanni Segantini, al quale Arco dette i natali. La maternità è un tema centrale nell’opera di Segantini: ad esso si legano molti altri elementi determinanti per la sua ricerca, come la terra, la natura, la fertilità, la donna.
Il mistero della maternità riveste per Segantini un valore sacrale e viene espresso secondo varie declinazioni, dalle Due madri all’Angelo della vita fino al Castigo delle lussuriose o Cattive madri. Questi dipinti, rappresentati da rare riproduzioni fotomeccaniche dell’epoca, divengono dei topoi iconografici la cui persistenza figurativa si riverbera nella pittura del ’900, come è evidente da un confronto con le opere di Umberto Moggioli e Tullio Garbari. L’accostamento di opere più vicine a noi come quella di Vanessa Beecroft, Pregnant Madonna (2006) o come la scultura di Hubert Kostner Bildstöckl (2014), avverte subito il visitatore dell’ampiezza del periodo preso in esame. Partendo da una tematica così importante nell’opera segantiniana, la mostra intende suggerire alcune letture dell’idea di maternità, lungo un arco cronologico che parte dalla metà Ottocento per arrivare alla prima metà del XX secolo, spingendosi fino all’arte contemporanea, per creare un fecondo dialogo tematico e iconografico fra i secoli.
E così, in questo gioco di specchi tra antico, moderno e contemporaneo, se la Madonna con bambino di Natale Schiavoni (1842), ripresa ottocentesca delle madonne raffaellesche, è messa in relazione con la Maternità di Felice Casorati (1858), quella di Umberto Moggioli (1916-17) richiama la Madonna del latte dipinta in trompe l’oeil nel dittico di Andrea Facco (2012-14). Il tema della cura materna è evidenziato dallo struggente marmo di Andrea Malfatti intitolato Cure materne (Primo bagno) (1880), che ben si accosta al disegno di Giovanni Segantini Madre che lava il bambino (1886-87) di proprietà del Comune di Arco, visibile nella area espositiva a lui dedicata arricchita con due nuove nature morte.
Parallelamente al tema della maternità corre quello dell’infanzia: un mondo che scopriamo essere fra i soggetti prediletti di molti protagonisti dell’arte dell’Ottocento e del Novecento, a partire dal Bambino ebreo di Medardo Rosso per arrivare a Umberto Boccioni, Achille Funi, Cagnaccio di San Pietro, Arturo Martini, Massimo Campigli e i trentini Eraldo Fozzer e Gino Pancheri.
A fare da controcanto al monumentale Versatore di Davide La Rocca (2005), trasognato nel suo mondo di balocchi, troviamo il Piccolo cantiniere di Eugenio Prati (1902), accucciato in un angolo, in punizione per aver rotto una brocca. Questi ritratti di bambini colpiscono con i loro sguardi innocenti e incantati e talvolta già adulti: si pensi all’espressione di tristezza del Randagio di Cagnaccio (1932) o agli occhi carichi di malinconia e nostalgia della figlia di Arturo Martini, chiamata affettuosamente Nena, ritratta mentre osserva fuori dal finestrino del treno, nel corso del viaggio verso il collegio.
Un ricorrente gioco di sguardi materni e infantili, tra i capolavori del passato e della contemporaneità.
11/12/2014