A spasso con Frank
Melologo underground intorno al grande Frank Zappa da Baltimora
Reinvenzioni zappiane di Marco Dalpane
Testo di Giordano Montecchi
Giordano Montecchi voce recitante/ Marco Dalpane pianoforte/ Emilio Galante flauto
Se parlare di musica è come ballare di architettura, parlare di Frank Zappa è anche peggio.
Raccontarlo è impossibile e probabilmente sarebbe meglio tenere la bocca chiusa. «Sta zitto e suona!»: ce l’ha detto lui nel titolo di un suo famoso album. Eppure non si può farne a farne a meno, anche se una sfida del genere, da qualunque angolatura la si guardi, fa sentire inadeguati. Che cosa ha spinto, dunque, due musicisti e mezzo, a tuffarsi in questa impresa? Innanzitutto l’amore per la musica di Zappa, che per alcuni di loro è la passione di una vita. Una passione con dentro tutta la consapevolezza che “suonare Zappa” significa sottoporsi a una disciplina ferrea, affrontare un lessico musicale di altissima fattura e straordinariamente severo dal punto interpretativo. Una musica la cui originalità e “trasversalità” non ha uguali nel panorama musicale degli ultimi cinquant’anni. Una lezione autentica, quella di Zappa, e che ha bisogno di tempi lunghi per essere compresa a fondo. Ma subito dopo viene anche il bisogno irresistibile, quasi un dovere, di sfatare e ridisegnare l’immagine di questo compositore, chitarrista e bandleader, depositatasi nell’immaginario mediatico. Immagine per tanti aspetti deformata, incrostata di luoghi comuni da aggredire a colpi di scalpello, tanto sono cristallizzati.
L’idea è venuta a Emilio Galante. Approfittare dell’uscita di Frank Zappa. Rock come prassi compositiva (Arcana), un libro di Giordano Montecchi che di Frank Zappa è studioso di ormai lunghissimo corso, e insieme a lui e Marco Dalpane costruire un racconto musicale che mescola musica e parole: riflessioni su Zappa, ma soprattutto parole di Zappa stesso, raccolte fra le migliaia di pagine che ci ha lasciato fra libri, interviste e quella sua particolarissima produzione in veste di oratore da palcoscenico, capace di trasformare un concerto in un vero e proprio spettacolo teatrale. Tecnicamente la forma che ne è risultata è quella del melologo, cioè brani musicali intercalati a una voce recitante, sempre sorretta dalla musica, proprio come piaceva fare a Zappa, quando dal palco, parlava al suo pubblico, e lo spiazzava, svelandogli, per così dire, l’altra faccia di tutte le cose. Ma Zappa non c’è più. Qui c’è solo un trio alle prese con l’impossibile.
ingresso libero fino ad esaurimento posti
organizzazione: Trentino Jazz