Lingua Imperii
"Violenta la forza del morso che la ammutoliva"
Terzo appuntamento giovedì 3 marzo all'Auditorium “Fausto Melotti” di Rovereto con la rassegna teatrale che, su iniziativa del Centro Servizi Culturali S. Chiara, disegna un percorso nel contemporaneo portando in scena, oltre ad alcune interessanti espressioni del panorama professionale locale, realtà di primissimo piano a livello nazionale.
E' il caso di della compagnia Anagoor che porterà in scena a Rovereto «LINGUA IMPERII», un progetto teatrale concepito nel 2012, co-prodotto con Trento Film Festival, Provincia Autonoma di Trento, Centrale Fies e Operaestate Festival. Ha vinto il premio per la regia al 53° Festival MESS di Sarajevo.
Affrontando con approccio raffinato e spiazzante la Shoah, la tragedia più profonda del ‘900, la drammaturgia realizzata da Patrizia Vercesi e Simone Derai ha puntato a realizzare un percorso teatrale in grado di stimolare la riattivazione della memoria su un piano diverso da quello dell’informazione o della narrazione attraverso i documenti. Un percorso capace di suscitare l’immemorabile, quel “sepolto” che lascia sgomenti e che proprio per questo - o per la natura stessa che accomuna tutti i fatti umani - è sottoposto a un processo di oblio.
Fortemente ispirata dalle prime pagine de I sommersi e i salvati di Primo Levi e alle sue riflessioni sulla sfuggente memoria umana e sulla memoria specifica dell’olocausto, la Compagnia Anagoor ha scelto però di attingere a opere letterarie di autori appartenenti a generazioni successive; parole di uomini che non hanno visto e vissuto quell’orrore in prima persona, ma alla cui coscienza riemerge la necessità di ricordare con tutto il disagio e la problematicità che questo confronto comporta.
«Ciò che ci sta a cuore – spiega Anagoor in merito all'allestimento di «LINGUA IMPERII» – è di operare, con una sorta di in-canto, l’attivazione dei processi del ricordo attorno ad antiche odiose abitudini secondo le quali, nelle forme della caccia, alcuni uomini si sono fatti predatori di altri uomini e, ancora nel XX secolo, hanno intriso il suolo d’Europa del sangue di milioni di persone: tanto il suo cuore civile, quanto le sue vaste e bellissime foreste, fino ai suoi estremi confini montuosi. Sulla scena è sguinzagliato un coro di Erinni della memoria o più semplicemente lamentatori che non vogliono più essere stati cacciatori e che di fronte al riemerso ricordo delle vittime, lamentano il peso della colpa della caccia cruenta. Il Caucaso, limite estremo dell’Europa, confine geografico naturale, montagna delle lingue e intreccio fittissimo di popoli, labirinto che traccia e insieme confonde i confini, i limiti e le distinzioni, si ergerà come epicentro della memoria e luogo mitico di questo giudizio, così come nella poesia di Eschilo.»
La forma teatrale scelta per questa creazione è quella del coro tragico dove il canto e la musica, il gesto e la visione totemica si intrecciano. Una piccola comunità di donne e uomini di diverse età tende la voce al confine tra il sussulto al cuore, il lamento e il sogno. Fa parte del coro una cantante di origine armena depositaria di un patrimonio musicale tradizionale antichissimo e vastissimo, e della memoria viva di un popolo offeso da un genocidio non dimenticato ma spesso ancora colpevolmente ignorato. E mentre su un grande schermo emerge il volto molteplice della vittima, su due schermi a cristalli liquidi laterali si consuma l’agone tra due ufficiali nazionalsocialisti campioni di pensieri divergenti.
«Lingua Imperii – spiega Anagoor – è la lingua dell’impero inteso come dominio coercitivo. È la lingua povera, bruta e ingannevole delle propagande fasciste. Sono gli alfabeti e le lingue insegnate a forza. Ma è anche il bavaglio o l’assenza di voce imposti come un dono violento dai dominatori. Infine è il linguaggio stesso della violenza.»
Lo spettacolo vede in scena, per la regia di Simone Derai, Anna Bragagnolo, Moreno Callegari, Viviana Callegari, Marco Crosato, Paola Dallan, Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Alessandro Nardo e Monica Tonietto, con la partecipazione in video di Hannes Perkmann e Benno Steinegger. Prestano la voce fuori campo Silvija Stipanov, Marta Cerovecki, Gayanée Movsisian, Yasha Young e Laurence Heintz. Traduzione e consulenza linguistica sono state fornite da Filippo Tassetto, i costumi sono stati ideati da Serena Bussolaro, Silvia Bragagnolo e dallo stesso Simone Derai, hanno composto le musiche originali Paola Dallan, Simone Derai, Mauro Martinuz, Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan e Monica Tonietto. Sono inserite nello spettacolo musiche della tradizione medievale armena.
Giovedì 3 marzo all'Auditorium “Fausto Melotti” di Rovereto il sipario si alzerà su «LINGUA IMPERII» alle 20.45
Biglietti da € 5,00 a € 10,00
PREVENDITE
Casse Rurali del Trentino
Online www.primiallaprima.it
La biglietteria dell’Auditorium Melotti apre un'ora prima dell'inizio dello spettacolo, esclusivamente per la vendita e il ritiro dei biglietti della serata.
organizzazione: Centro Servizi culturali S.Chiara