Monte
Avvicinamenti 2017
Amir Naderi
Italia / 2016 / 100 min
Nell'Italia medioevale una famiglia fatica a sopravvivere in una zona rocciosa all'ombra di un monte che non lascia passare i raggi del sole e rende il terreno praticamente incoltivabile. Si tratta dell'abitazione in cui hanno sempre vissuto da generazioni e, nonostante molti l'abbiano già fatto, il capofamiglia Agostino non intende lasciarla. Trattati come appestati quando si recano nei centri più grandi per vendere senza successo le pessime verdure che coltivano e schifati da tutti perché accusati di portare sfortuna, sembra non esserci salvezza per loro. Almeno fino a che Agostino, che di trasferirsi non vuole saperne, non decide che quel problema che li affligge lui lo distruggerà, che da solo abbatterà la montagna a martellate, non importa quanto ci vorrà.
I film di Amir Naderi vanno guardati con le orecchie spalancate, sono opere audiovisive nel senso completo del termine, lavorano tantissimo sul rumore, scelgono di ossessionare i propri protagonisti (e quindi gli spettatori) con l'invadenza del rumore, anche quando questo prende la forma della musica. Se in opere come Manhattan by Numbers era l'incessante rumore dei vagoni della metropolitana a fare da guida all'impresa matematico urbanistica della protagonista, qui, almeno dalla seconda metà a martellare è un martello. L'impresa titanica e allegorica di un singolo uomo che cerca di abbattere una montagna intera a martellate non è mostrata ma messa in suono. Quindi è la maniera con cui Naderi mixa, cattura e monta il sonoro di due elementi primitivi (testa di martello, roccia del monte) che esprime il cuore ultimo del film.
Girato in Italia con attori italiani, Monte getta le basi per la lotta nella sua prima parte, la più narrativa. Posto nella più disperata delle situazioni il suo protagonista è talmente privo di vie d'uscita da valutare l'idea di abbattere un monte intero. Nella seconda parte invece in una maniera quasi herzoghiana questo proposito prende forma, il film cerca di volare più in alto e di rappresentare l'incredibile volontà di chi non si arrende. Monte, è così un film da inguaribili sognatori ma purtroppo anche da ingenui. Non lo si può infatti promuovere a pieni voti per un'eccessiva ingenuità nella messa in scena (abbastanza precisa nei costumi e nei luoghi ma poi parlata in italiano corrente) e per una prolissità troppo colpevole.
Tuttavia è anche evidente che la testardaggine di Naderi nel proporre la ricorsiva impresa di infrangere un martello contro la pietra irrita fino a che non conquista. Quasi parente alla parodia e all'umoristico per quanto è insistito ed esagerato, l'atto di distruggere la montagna può venire a noia ma alla fine, quando arriva alla sua imprevista conclusione, è effettivamente liberatorio. Ossessionati dal film ci si ritrova pieni di una luce arancio (di cui non ci si era accorti di sentire la mancanza) e improvvisamente colmi di una speranza incredibile, profusa dall'aver assistito e ascoltato il delirio di un uomo che non si lascia abbattere da niente.
organizzazione: Centro servizi culturali S. Chiara