Playhard
Un’indagine sul tema del gioco d’azzardo: “Giocare forte, giocare tanto, giocare duro”
«PLAYHARD», nuova produzione della compagnia trentina Teatrincorso, debutterà martedì 15 marzo al Teatro Sanbàpolis nell'ambito del progetto “Off/Sanbàpolis Residenze Diffuse 2015”, un bando indetto da Centro Servizi Culturali S. Chiara, Opera Universitaria e Spazio OFF per offrire ospitalità di residenze teatrali a compagnie professionali e universitarie del territorio provinciale attive nella produzione teatrale contemporanea.
Lo spettacolo si basa su di un testo drammaturgico composto da Elena R. Marino, che ne ha curato anche la regia affidandone l'interpretazione a Silvia Furlan.
Una donna. Playhard è il suo soprannome, tutto quello che sa fare è “giocare forte, giocare tanto, giocare duro”. Entra con una valigia, e tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei. Lo spettacolo racconta al femminile, in modo coinvolgente e visionario, il vortice del gioco d’azzardo, nel quale la passione per il gioco diviene metafora dell’ansia sempre più invasiva di “risarcimento esistenziale”, così diffusa nella nostra epoca. Un’esigenza di vincere grazie all’azzardo che può insinuarsi in ciascuno, e quindi tanto più pericolosa.
«PLAYHARD» è una corsa senza respiro, uno slancio e un salto nel vuoto, per un attimo di felicità isterica, meccanica, come i jingle delle slot. Il lieto fine a tutti i costi giunge in modo ambiguo, come ambigui sono i percorsi del gioco, i desideri e le speranze che scatena, le ossessioni che inocula.
«PLAYHARD – scrive la drammaturga e regista Elena R. Marino - è costruito come una follia lucida, che prende il volo sulle ali di un desiderio sfrenato di felicità. Per una volta tutto deve andare bene, per una volta capiterà di vincere tutto. Se la società, il lavoro, la vita personale, chiudono i battenti, deludono, erodono, usurano, allora “giocare forte” rimane l’ultima soluzione. Per una volta: Superman del destino. Nessun dramma didattico sul “gioco patologico”: piuttosto una scanzonata riflessione, un’interrogazione a più riprese, a più direzioni, sul come e sul perché un’intera nazione chiuda gli occhi e si rifugi sempre più nell’isteria delle scommesse, sull'ossessione per la vincita, quale che sia, su un risarcimento esistenziale che d’un tratto con un colpo di dadi, annienti decenni di scempio della dignità, della verità, della giustizia sociale, morale e penale.»
Lo spazio scenico accoglie e dilata: attraverso voci, suoni e proiezioni i luoghi e le ossessioni vengono "allucinati" fino a ricevere la loro trasfigurazione. E infine risuona il silenzio. Mettendo in gioco e scardinando il linguaggio, lo spettacolo mescola il teatro d’attore con la tecnica audio e con i video, anch'essi realizzati da Elena Marino. Immagini proiettate interagiscono con il corpo del performer, formano parole ed echi, frammenti di mondo, assembramenti di gente evocati come fantasmi e chiamati a prendere parte al gioco rituale.
«Abbiamo consultato libri ed esperti – racconta la regista – arrivando a semplici esperienze personali. Teniamo presente Dostoevskij, ma anche il Balzac di “La pelle di zigrino” e altri testi che abbiamo incontrato nelle ricerche. E il cinema. […] Cerchiamo una commedia drammatica, un ridere che risuoni d’amarezza. Un’esaltazione visionaria che coinvolga il pubblico attraverso il ritmo e l’energia (attraverso elementi formali di asimmetria prima ancora che di simmetria), e lo immetta nello spazio scenico come elemento indispensabile, non minimizzato, del gioco in atto. Il monologo diventa dialogo, coro, interazione, creazione di mondi. Le parole, elemento scenico.»
Lo spettacolo, che potrà avvalersi nella comunicazione del logo dell'Alleanza per la tutela e la responsabilità condivisa contro il gioco d'azzardo patologico, vede uniti nello sforzo produttivo “LIVE ART”, nuova società di produzione, creazione multimediale e management dello spettacolo e l'Associazione culturale TEATRINCORSO - SPAZIO 14 che si configura come luogo di creazione spettacoli, formazione e organizzazione di eventi culturali per la città di Trento.
Martedì 15 marzo i riflettori del Teatro Sanbàpolis si accenderanno su «PLAYHARD» alle ore 21.00. Al termine dello spettacolo è previsto un breve incontro con il pubblico curato dall'Associazione Trento NO SLOT. (F. L.)
organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Opera Universitaria