Questa sono io
Chi è Laura Prete? Perché spara, in diretta televisiva, al più rispettabile showman della nazione? Tre risposte. Tre verità. Tre racconti che, come in un thriller, si compongono e scompongono di continuo
Dal romanzo di Federico Guerri
con Monica Faggiani
regia di Alessandro Castellucci
adattamento di Corrado d'Elia
scenografia e fonica di Andrea Finizio
contributi foto e video di Viola Cadice
http://www.teatrolibero.it/questa-sono-io
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“Tre, due, uno. In onda. Intervista ad una delle donne più amate del momento. Femmina perfetta.
Il suo corpo si sviscera sui cartelloni pubblicitari. Un orgasmo mediatico.
Lei è una che ce l’ha fatta. Ha fatto il botto.
Accavalla le gambe. Saluta. A domanda risponde.
Prende la pochette. Sorride. A domanda spara.
Fuoco in diretta”. Così il regista, Alessandro Castellucci, tratteggia la protagonista di questo monologo, il cui intento è quello di stigmatizzare la vacuità e l’inutilità, che ci vengono presentati quotidianamente da tutti i mezzi di comunicazione, ma anche dalle molte realtà sociali e culturali di questo nostro Paese preistoricamente moderno. Tra le numerose contraddizioni del nostro tempo, una delle più evidenti e dolorose è rappresentata dalla metà più tenace e fragile della nostra società, la donna. La TV ce la presenta come femmina esibita e mercificata, adatta a ruoli stereotipati e invariabilmente sottomessi. Ma la TV non è solo intrattenimento; è un lento gutta cavat lapidem all’interno delle menti, che tanto più s'insinua, quanto più queste siano giovani ed estirpare il danno prodotto da decenni di sterilizzazione culturale è quantomeno arduo.
Richiederebbe una vera e propria rivoluzione!
Cosa accadrebbe, se fosse il gesto sovversivo di una donna a ribaltare questa realtà ormai logora?
E se il gesto provenisse proprio da una di quelle femmine partorite da un utero catodico? Magari gelidamente calcolato e volontariamente messo in atto fino alle estreme conseguenze?
Queste le questioni che hanno cominciato ad insinuarsi nella mente del regista durante le prove di questo spettacolo esplosivo. Perché di ciò si tratta: di una polveriera che deflagra davanti agli occhi del pubblico con tutta la potenza di un’attrice intensa e generosa come Monica Faggiani, che condivide con la protagonista la dannazione di anima e corpo, fino ad uno sconvolgente finale.
Sì, ma quale finale? Perché, come dice Federico Guerri, autore dell’omonimo romanzo da cui lo spettacolo è tratto, “Ogni storia che si rispetti ha due livelli. Quelle veramente buone, almeno tre”.
NOTE DI REGIA
Tre, due, uno. In onda. Intervista ad una delle donne più amate del momento. Femmina perfetta.
Il suo corpo si sviscera sui cartelloni pubblicitari. Un orgasmo mediatico.
Lei è una che ce l’ha fatta. Ha fatto il botto.
Accavalla le gambe. Saluta. A domanda risponde.
Prende la pochette. Sorride. A domanda spara.
Fuoco in diretta.
La vacuità e l’inutile che ci vengono presentati quotidianamente da tutti i mezzi di comunicazione, ma non solo, anche dalle molte realtà sociali e culturali che convivono in questo nostro preistoricamente moderno Paese, sono al centro di questa piece. Tra le numerose contraddizioni del nostro tempo, una delle più evidenti e dolorose è rappresentata dalla metà più tenace e fragile della nostra società, la donna. La TV ci presenta una femmina esibita e mercificata, adatta a ruoli stereotipati e invariabilmente sottomessi. La TV non è solo intrattenimento, è un lento gutta cavat lapidem all’interno delle menti, e più la mente è giovane, più il seme televisivo vi si insinua, tremendamente, come un parassita.
Estirpare il danno prodotto da decenni di sterilizzazione culturale è quantomeno arduo e richiederebbe l’intervento di forze che - ad oggi - non è dato vedere all’orizzonte.
Richiederebbe una rivoluzione.
E cosa accadrebbe se fosse il gesto sovversivo di una donna a ribaltare questa lisa realtà?
E cosa accadrebbe se il gesto provenisse proprio da una di quelle femmine partorite da un utero catodico?
E cosa accadrebbe se scoprissimo che quel gesto non è affatto isolato ed estemporaneo, ma gelidamente calcolato e volontariamente messo in atto fino alle estreme conseguenze?
Queste sono state le questioni che hanno cominciato ad insinuarsi nella mia mente durante le prove di questo spettacolo esplosivo. Perché di ciò si tratta: di una polveriera che deflagra davanti agli occhi del pubblico con tutta la potenza di un’attrice generosa ed intensa - Monica Faggiani - che condivide con la protagonista la dannazione di anima e corpo, fino ad uno sconvolgente finale.
Sì, ma quale finale? Perché, come dice Federico Guerri, l’Autore dell’omonimo romanzo da cui lo spettacolo è tratto, ‘Ogni storia che si rispetti ha due livelli. Quelle veramente buone, almeno tre. (Alessandro Castellucci)
DALLA RASSEGNA STAMPA
“Dal thriller provocatorio e dark di Federico Guerri nasce una delle produzioni teatrali più incisive e originali degli ultimi anni”
(Sipario.it)
“Monica Faggiani riesce magistralmente in un monologo di un ora e mezza a vestire i panni delle tre Laura Prete passando dalla stupida star televisiva alla fredda terrorista lungo un percorso che sembra un quadro di Francis Bacon.”
(Puntoelineamagazine.it)
“Questa sono io è uno spettacolo scomodo, impudente.
Chirurgico come un raggio laser squarcia l'illusione del mondo patinato della televisione e ne mostra il lato sordido, terribile, grottesco.”
(Milanofree.it)
“Una piece sfaccettata e caleidoscopica affidata alla straordinaria Monica Faggiani che interpreta in modo affascinante e convincente tre aspetti della stessa donna.”
(Teatrionline.com)
“Un affresco del nostro tempo, dei suoi squallori, un opera in cui farsa e tragedia si mescolano continuamente.
[…] Un teatro in cui succede qualcosa, dentro e fuori di noi.”
(Teatro.it)
“Questa sono io offre uno spaccato della nostra epoca, senza giudizi né sentimenti.
[…] Soprattutto colpisce la versatilità trina di Monica Faggiani: caciarona e svampita, vergine e vittima, manipolatrice, puttana, assassina. In tutti i casi padrona del palco come ancora non l'avevamo vista.”
(Paneacquaculture.net)
“Su una scena spoglia, composta unicamente da uno sgabello di vernice bianca, Monica Faggiani, fasciata in un attillato vestito leopardato, con un tacco 12 sufficientemente allusivo, da vita ad una recitazione tesa, incalzante, capace di attraversare le sfumature del triplice racconto con disarmante naturalezza.”
(Klpteatro.it)
“Il testo è sorprendente e viene assolutamente valorizzato dalla bravura dell'interprete, straordinaria nel passare da un registro all'altro e nel costruire tre personaggi così diversi eppure tutti incredibilmente convincenti. La regia di Alessandro Castellucci le crea intorno un contesto perfetto e perfettamente studiato nei minimi dettagli.”
(Cinelab.it)
Biglietti:
- Intero: 12 Euro
- Ridotto Newsletter e Carta in Cooperazione: 10 Euro
- Soci Spazio14, Estroteatro, 33Trentini, Centro Teatro e Emit Flesti: 9 Euro
- Ridotto Studenti: 8 Euro
- Ridotto Soci Portland: 6 Euro
Tutti gli spettacoli saranno accompagnati da una degustazione di vini offerta da Cantina Vivallis durante la quale sarà possibile confrontarsi con i componenti delle compagnie ospitate.
La prenotazione è consigliata: prenotazioni@teatroportland.it
Le prenotazioni fatte via sms, mail e WhatsApp sono valide solo se confermate e si accettano fino ad un’ora prima dello spettacolo.
organizzazione: Teatro Portland