Sic&Sic
Cortometraggi italiani opera prima. Sarà presente in sala la regista Valentina Pedicini
ALICE
di Chiara Leonardi
Chiara ha solo 7 anni quando comincia a filmare la sua famiglia. E ne ha 12 quando decide di smettere. Quello è l’anno in cui la sorella maggiore, Francesca, si ammala. È allora che l’immagine della “famiglia perfetta” comincia a spezzarsi, a disintegrarsi.
ERA IERI / IT WAS YESTERDAY
di Valentina Pedicini
Giò e Matteo sono amici fraterni. Guidano una banda di ragazzini: qualche furto per sentirsi grandi. L’amore irrompe con il volto di Paola e capovolge il mondo. Fin dove si spingerà Giò pur di essere ciò che è, pur di seguire il proprio desiderio? La sfida finale è un precipizio da cui si riemerge, cambiati, come un respiro dopo l’apnea. Un abisso nero per raccontare la crudeltà del crescere e il coraggio di scegliere a quale parte di cielo appartenere.
NOTTURNO / NOCTURNE
di Fatima Bianchi
Un gruppo di donne cieche parla e si racconta, facendo riaffiorare il proprio modo di vedere attraverso la memoria sensoriale, il canto e il sogno: un paesaggio immaginario ai limiti dell’oscurità ricostruito attraverso le loro voci.
VANILLA
di Rossella Inglese
Denise è un’adolescente strappata dalle braccia del padre, con il quale ha una relazione sessuale consenziente. La ragazza viene trasferita in una comunità alloggio, affidata a persone che vogliono darle una protezione della quale lei non sente il bisogno. Si chiude in se stessa, consapevole di non poter essere compresa dagli altri.
COLAZIONE SULL’ERBA /
LUNCHEON ON THE GRASS
di Edoardo Ferraro
In una boscaglia qualsiasi dell’entroterra marchigiano si sta svolgendo un rave. Una famiglia di contadini del luogo si barrica in casa, ma ciò non impedisce al loro figlioletto di scappare e di seguire tre giovani ravers diretti alla festa in cerca di un amico disperso.
DODICI PAGINE / TWELVE PAGES
di Riccardo Caruso, Roberto Tenace,
Luigi Lombardi, Elisabetta Falanga
Tutto accade in un luogo circoscritto: un teatro posizionato su un quadrato di terra invernale. Lo spazio del racconto rappresenta la memoria di Pinuccia: un flusso d’immagini continuo, dove gli spazi variano nel tempo dell’immaginazione mentale. Buchi scavati nella terra che si sostituiscono a stanze, trasformazioni improbabili, ruoli e personaggi mutevoli. In questa terra d’immaginazione s’inciampa facilmente, perdendosi come Pinuccia in un flusso che ha poco di concreto o logico.
ATLANTE 1783 / ATLAS 1783
di Maria Giovanna Cicciari
Alla fine del Settecento una grossa zona del territorio calabrese fu colpita da un gigantesco terremoto. La memoria di questo evento lontano è fatta di segni concreti come le ferite bianche sui crinali delle montagne e i resti di un centro abitato che nei secoli ha guadagnato una nuova vita, ma anche di immagini e presenze invisibili che in varie forme tornano, si intrecciano e si manifestano.
Ingresso libero.