Testastorta
Una favola per adulti sospesa tra Fantasia e Storia che racconta – attraverso lo sguardo sognante e spietato di un bambino – gli orrori della guerra, i buchi neri della nostra coscienza collettiva
Drammaturgia di Tobia Rossi
Tratto dal romanzo "Testastorta" di Nava Semel
Regia di Manuel Renga
Con Alessandro Lussiana e Valeria Perdonò
Scene di Marina Conti e Stefano Zullo
Costumi di Nicole Leonardi
http://www.compagniachronos3.wix.com/compagniachronos3
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Tommaso ha dieci anni quando viene adottato da due donne bizzarre e selvatiche, una madre e una figlia con un passato turbolento e qualche segreto che abitano un’immensa e fatiscente cascina in mezzo alla campagna. Siamo nell’Italia del Nord, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. Presto Tommaso si rende conto che nella soffitta, nella parte diroccata della cascina, c’è nascosto qualcosa. O qualcuno. La fantasia di Tommaso si scatena, si lancia in improbabili esplorazioni e investigazioni, fino a far emergere una sconvolgente verità che lo riguarda da vicino, più di quanto egli non creda…
Una storia struggente e bellissima che si svolge in un’epoca molto cattiva e con poco cervello. Che potrebbe essere il 1943. Quando una domanda si fa strada dentro il buio di una soffitta in cui si nasconde un ebreo al tempo dei rastrellamenti da parte dei fascisti. Ma potrebbe essere oggi. Quando una stessa domanda si fa strada dentro il buio in cui ci nascondiamo un po’ tutti al tempo di una violenza che ci trova come anestetizzati. Una stessa, quella stessa domanda: cosa abbiamo fatto per arrivare fin qui, per arrivare a tutto quello che sta accadendo nel mondo?
NOTE DI REGIA
Una drammaturgia fluida, che mescola l’io narrante alle situazioni del testo consente di viaggiare liberamente nel tempo e nello spazio, assumendo di volta in volta il punto di vista dei diversi personaggi, per raccontare questa storia così unica e così universale.
Il perché di questo spettacolo è presto detto: si tratta di un racconto, di una fiaba che mette in luce alcuni buchi neri della nostra storia, eventi che la mente vuole dimenticare, vuole epurare perché troppo dolorosi, che invece devono restare indelebili, marchiati a fuoco, perché i diritti fondamentali degli esseri umani non vengano mai più calpestati, anche se i recenti avvenimenti di cronaca lascerebbero pensare il contrario.
Abbiamo deciso di raccontare la storia di un bambino, Tommaso. Di una famiglia, madre e zia adottive. Di un piccolo paese nelle montagne del nord Italia. Questa scelta ci permette di raccontare la nostra storia usando lo strumento della fantasia che deforma, innalza, distrugge, impreziosisce senza rispondere a leggi razionali.
La storia inventata è una mistery story: nella soffitta c’è davvero qualcosa, oppure sono tutte invenzioni di Tommaso? Ma le invenzioni fanno rumore? Il nostro protagonista crede di no ed inizia così il suo percorso verso “la principessa”.
Ma quando tutto sembra andare per il meglio, la tranquilla routine della cascina, così faticosamente conservata dalle due donne, anche a scapito del proprio benessere, viene turbata. Ed è l’inizio della fine.
Abbiamo deciso di ambientare lo spettacolo nel luogo della memoria per antonomasia, nella soffitta della cascina. La soffitta contiene gli oggetti del passato, gli elementi della nostra storia che verranno di volta in volta riscoperti e grazie ai personaggi prenderanno di nuovo vita.
I luoghi in cui lo spettacolo è ambientato ruotano tutti intorno alla cascina, e i personaggi scivolano fuori dall’ombra dei muri delle stanze della casa, portano il loro racconto e vi ritornano.
Lo spazio disegnato da Marina Conti e Stefano Zullo è creato con pochi ma precisi oggetti di scena mossi dagli attori, capaci grazie alla narrazione di spostarsi e catapultarsi da un luogo ad un altro, facendo leva sull’immaginazione. Pochi e poveri oggetti, simbolo del “poco e povero” che doveva farsi bastare la gente nel periodo della guerra.
La narrazione sarà musicale, perché la musica è parte integrante di questa storia. La musica dà speranza ai personaggi, copre i cattivi pensieri, la musica dà origine a questa storia.
La musica permette di sopportare la claustrofobia, la reclusione nella soffitta, permette di salvarsi dalla follia.
La musica delle cose, dei piccoli oggetti, la musica della natura.
Il cambio dell’io narrante ci permette di costruire i personaggi in modo tridimensionale: ogni personaggio sarà diverso agli occhi del pubblico se visto da Tommaso oppure da Maddalena.
Come nella tradizione delle fiabe (non necessariamente per bambini) i personaggi saranno caratterizzati, enfatizzati, senza perdere però la dimensione cruda e realistica di ciò che succede.
Ancora la contraddizione più importante: i personaggi di una fiaba nel crudo contesto della guerra, fin troppo reale.
Quali mosse faranno i nostri personaggi per salvare le loro anime dalla guerra? Quanto ci si può spingere per farlo?
“What price will people pay to maintain their humanity in dire circumstances, and how far are we willing to go to save a single soul?“ (Nava Semel)
DALLA RASSEGNA STAMPA
Testastorta: un libro che affascina il regista, un drammaturgo che ne viene coinvolto e l'autrice che collabora dal suo paese sono gli ingredienti base di una riuscitissima realizzazione drammaturgia di un testo letterario, ovviamente grazie alla straordinaria bravura e capacità di essere unici e multipli contemporaneamente della coppia di giovani attori Alessandro Lussiana e Valeria Perdonò.
Concertodautunno.blogspot – Mario Mainino
Lo spettacolo ti porta a concederti sinceri rilassanti sorrisi ma subito dopo ti risveglia un colpo allo stomaco. Uno spettacolo da definire assolutamente "imperdibile" anche se di questo termine se ne abusa un po' troppo ma vi assicuro che in questo caso non è assolutamente sprecato.
The dummies tales – Francesca Interlenghi
È da un affascinante materiale letterario che parte il lavoro del giovane drammaturgo Tobia Rossi e poi del regista Manuel Renga a dirigere gli attori Valeria Perdonò e Alessandro Lussiana. Quel che ne esce fuori è senz'altro un énsemble evocativo, in cui questo full di giovani teatranti mostra passione e serietà nel maneggiare con cura un materiale così prezioso.
TeatroTeatro – Francesca Romana Lino
Veramente bravi Alessandro Lussiana e Valeria Perdonò – che impersonano in modo eccellente le varie figure del romanzo differenti per età e ambiente socioculturale dando a ciascuno sfumature e peculiarità ben strutturate – guidati da un regista come Manuel Renga attento a rendere con fine tensione le vari sfumature degli animi e a tratteggiare con pennellare ironiche quello che più che il tradizionale cattivo sembra un superficiale, insensibile e grezzo ufficiale tedesco peraltro sensibile al fascino di Maddalena, giovane di tempra e dai numerosi segreti.
Teatrionline – Wanda Castelnuovo
Sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, la vicenda si snoda tra momenti di forte angoscia, piccole intrusioni di comicità e occasioni di riflessione sul mondo e la società dell’epoca, attraverso cui il pubblico in sala entra in contatto con ogni singolo personaggio.
In una scena dall’aria provvisoria, attraversata dalla costante attesa di cambiare in maniera definitiva, Valeria Perdonò e Alessandro Lussiana danno vita a un dramma eccellente, brillante nella sua amara cupezza. I due attori, i soli presenti fisicamente sul palcoscenico, riescono a dare sostanza credibile a tutti i personaggi che popolano la storia – sette, per la precisione – calandosi perfettamente, di volta in volta, nelle entità positive e negative che essi rappresentano, senza cali di tensione drammatica.
Al termine dello spettacolo, un pensiero attraversa la mente mentre ci si appresta a uscire dalla sala: la consapevolezza che non vi sia niente di più spregevole e inaccettabile che porre, senza alcuna pietà, la guerra e i suoi orrori dinanzi agli occhi di un bambino.
Persinsala – Nicoletta Fabio
Una storia come altre, probabilmente, raccontata con il sano gusto del raccontare, e una buona dose di ironia. La scrittura di Rossi, serrata e incalzante, è prorompente nel messaggio che, con eleganza e sensibilità, affronta un tema che non può smettere di essere urgente, non solo nel dovere della Memoria, ma pure nel suo denunciare il pericolo che può generare il timore – il disprezzo – del diverso.
Immediato e genuino, che non disdegna la banalità, anzi la accoglie per nobilitarla; equilibrato nello strappare una sincera risata, appendere al filo della suspense e sorprendere, fino a commuovere una partecipante platea.
Milanoteatri – Arianna Lomolino
Biglietti:
- Intero: 12 Euro
- Ridotto Newsletter e Carta in Cooperazione: 10 Euro
- Soci Spazio14, Estroteatro, 33Trentini, Centro Teatro e Emit Flesti: 9 Euro
- Ridotto Studenti: 8 Euro
- Ridotto Soci Portland: 6 Euro
Tutti gli spettacoli saranno accompagnati da una degustazione di vini offerta da Cantina Vivallis durante la quale sarà possibile confrontarsi con i componenti delle compagnie ospitate.
La prenotazione è consigliata: prenotazioni@teatroportland.it
Le prenotazioni fatte via sms, mail e WhatsApp sono valide solo se confermate e si accettano fino ad un’ora prima dello spettacolo.
organizzazione: Teatro Portland