Ecomuseo della Valle del Chiese
Detto anche "Porta del Trentino", sviluppa temi quali «Memoria Arte» e «Natura» e «Sapori»
Ecomuseo della valle del Chiese "Porta del Trentino"
I temi proposti sono «Memoria Arte», «Natura» e «Sapori». Punti cardine dell’itinerario «Memoria Arte» sono le vicende legate alla Grande guerra e alla famiglia Lodron (Forte Larino, Forte Corno, Forte Carriola, il cimitero monumentale austroungarico di Bondo, il Museo della Grande Guerra nella Valle del Chiese, le testimonianze presenti in quota e recentemente mappate). Insieme a questi, i luoghi che testimoniano le pratiche del «lavoro», quindi il Sentiero etnografico del rio Caino, Casa Marascalchi, Bondone – il paese dei carbonai –, le calchère, le miniere di estrazione di barite a Darzo. L’itinerario «Arte» si snoda fra le antiche pievi e le opere degli artigiani e degli artisti del legno, ancora oggi attivi nel paese di Praso. Il tema «Natura» porta alla scoperta del paesaggio alpino e prealpino: la valle di Daone, la valle di Fumo e i biotopi. Infine, l’itinerario «Sapori» è dedicato agli ingredienti della cucina locale: la farina gialla di Storo, il formaggio sprèssa di Roncone, il radicchio dell’orso della valle di Daone, le trote e i salmerini di fonte.
I quattro "percorsi" dell'Ecomuseo
Le notevoli ricchezze che la vallata offre sotto il profilo storico, culturale, artistico e naturale sono state classificate e catalogate attraverso l'individuazione di quattro principali filoni o percorsi, che propongono la suggestiva occasione di esplorarla da altrettanti punti di osservazione.
Il percorso della memoria
Complice la sua posizione geografica di confine e di passaggio quale strategico valico di accesso al mondo alpino, la Valle del Chiese potrebbe occupare un numero significativo di pagine di storia. La potente famiglia dei Lodron trasse nell'attuale Comune di Storo le proprie origini e da qui mosse i primi passi verso un'ascesa che la portò a divenire una delle casate più importanti e rappresentative del Trentino e del mondo alpino. Basti pensare alla figura di Paride Lodron, Principe Arcivescovo di Salisburgo fra il 1619 ed il 1653, fondatore dell'università della città austriaca, costruttore del Duomo ed autore di una politica estremamente oculata ed efficace. La parte meridionale della Valle conserva importanti tracce dell'epopea lodroniana, come i Palazzi Caffaro e Bavaria, il castello di Santa Barbara a Lodrone, il Castello Romano a Pieve di Bono e quello di San Giovanni a Bondone.
Altrettanto visibili i drammatici segni della Grande Guerra, che interessò fortemente questa zona di confine, appartenuta fino al conflitto mondiale all'Impero Austro-Ungarico: l'abbondanza delle fortificazioni, delle trincee, sovente costruite a pochi metri di distanza da militari appartenenti a schieramenti opposti, fornisce ancora oggi la tragica dimensione degli eventi bellici. Proprio come il Cimitero Monumentale di Bondo, ospitante le salme di circa settecento militari austriaci caduti durante il conflitto, e quello di Clef, nel quale vennero sepolte decine di soldati, cancellati improvvisamente da una slavina. L'architettura militare propone le progressive evoluzioni del genio militare austriaco, rintracciabili in tre forti costruiti in successione e collocati a controllo della linea difensiva che si estende orizzontalmente da un versante all'altro della Vallata: forte Larino e Corno, entrambi interessati da importanti azione di recupero, e forte Cariola.Ma la storia è fatta anche di singoli episodi di cui portano testimonianza Palazzo Cortella di Storo, che in diverse epoche ospitò personaggi come Napoleone Bonaparte e Giuseppe Garibaldi, o il Convento dei Padri Cappuccini di Condino, all'interno del quale Frà Cipriano Gnesotti scrisse nel Settecento le sue "Memorie delle Giudicarie" e che nel corso della Seconda Guerra mondiale venne devastato da un aereo americano, che proprio sul monastero terminò tragicamente la sua discesa, dopo essere stato colpito dalla contraerea nemica.Infine, non può essere dimenticata la semplice storia quotidiana, quella che determinò l'esistenza di queste piccole comunità, una storia fatta talvolta di povertà, sacrifici e fatica ma che ha reso forte e genuino il carattere della gente locale. Le numerosissime testimonianze legate alla vita ed alle attività del passato, conservate in tutti i paesi della Valle, ci inducono pertanto direttamente nel secondo filone dell'Ecomuseo: quello del Lavoro.
Il percorso del lavoro
Le specifiche caratteristiche di questo territorio, dominato dall'ambiente montuoso, ha spinto gli abitanti a basare la loro esistenza principalmente sulla sfera rurale, della quale sono state tramandate innumerevoli testimonianze e da cui dipende ancor oggi l'attività di una piccola parte della popolazione. Molte delle mansioni proprie del mondo contadino sono rintracciabili nel cospicuo numero di fienili, posti a varie quote lungo tutto il tratto della Valle, nelle malghe ed in molte abitazioni collocate nei centri storici, che conservano le caratteristiche di un tempo. La moderna agricoltura continua a proporre le specialità enogastronomiche tradizionali, tra le quali spiccano la Farina Gialla di Storo, la Spressa di Roncone e gli altri prodotti legati alla lavorazione del latte, i Piccoli Frutti, il Radicchio dell'Orso. Un capitolo a parte meriterebbe il settore boschivo ed in particolare le attività legate al taglio e alla lavorazione del legname, che ancor oggi continua a rappresentare uno degli ambiti più importanti della locale economia. Il prossimo recupero di un'antica sega veneziana e l'intensa attività svolta presso la scuola del legno di Praso non sono che i segni più eloquenti di una chiara vocazione territoriale. Così come la tradizione dei carbonai che trova nello splendido paesino di Bondone le testimonianze più significative. Un riuscito tentativo di recuperare e porre in rassegna gli antichi mestieri è stato compiuto sul Sentiero Etnografico del Rio Caino di Cimego, laddove sono state ricostruite alcune tra le attività principali del recente passato, come quella del mugnaio, del fabbro, del contadino e del boscaiolo appunto.
Infine, non vanno trascurate le manifestazioni legate al dirompente avanzamento della modernità, della tecnologia, individuabili in molte aziende del fondovalle e soprattutto nello spettacolare complesso delle dighe e delle centrali idroelettriche, costruite nel bacino del Chiese per la produzione dell'energia.
Il percorso della natura
Il tipico paesaggio alpino e prealpino trova in Valle del Chiese una delle sue manifestazioni più affascinanti e complete, alternando diversi scenari ed espressioni vegetali e faunistiche, mano a mano che dal fondovalle ci si dirige verso le zone di alta montagna. Particolarmente stimolante il "contrasto" che si scopre salendo dall'ambiente lacustre, laddove spiccano alcune specie arboree tipiche dei climi più temperati, verso il ghiacciaio dell'Adamello, dove il paesaggio è dominato dalle nevi perenni. Proprio la Valle di Daone, che confluisce nella splendida Valle di Fumo, rappresenta un'autentica perla del panorama alpino ed è "raccontata" in tutte le sue sfumature presso il Centro Visitatori di Daone, struttura realizzata appunto all'interno del Parco Naturale dell'Adamello. Degni di menzione sono pure l'altipiano di Boniprati, il lago d'Idro e quello di Roncone con i rispettivi biotopi, la Valle di Breguzzo, la Valle di Bondone nel Comune di Roncone, la Valle ed il Lago d'Ampola e tutte le zone situate alla quote superiori, nelle quali il contatto con una natura ancora incontaminata è in grado di offrire suggestioni davvero uniche. Questo splendido ambiente offre, tra le altre cose, una variegata possibilità di pratica sportiva: sono ormai note in tutto il mondo le Pareti di Cristallo della Valle di Daone, dove i migliori atleti si sfidano nell'arrampicata su ghiaccio; famosi sono pure i raduni di sciatori d'alpinismo e le "ciaspolade"; nella stagione estiva invece l'ambiente naturale regala la possibilità di indimenticabili escursioni verso gli alpeggi e le vette, di passeggiate in mezzo al verde; la Valle è inoltre dotata di una notevole "rete" di piste e percorsi ciclo pedonali che si snodano a diverse quote. Infine, va rimarcato il cosiddetto "percorso dell'acqua", risorsa fondamentale che caratterizza, come detto, questo territorio disegnandone la fisionomia e rendendolo straordinariamente ricco sul piano vegetativo e paesaggistico e che ha condizionato notevolmente lo sviluppo e la crescita delle locali comunità umane.
Il percorso dell'arte
La presenza dell'uomo ha inciso notevolmente su questo ambiente rendendolo interessante anche sotto il profilo culturale artistico. Meritano di essere visitate alcune chiese contenenti pale, affreschi e sculture di elevato valore. Su tutte spicca la Chiesa Parrocchiale di Condino, dedicata a Santa Maria Assunta, una delle più prestigiose manifestazioni trentine del periodo di transizione tra l'età gotica e quella rinascimentale. All'interno dello stesso abitato anche la Chiesa di San Rocco (e San Sebastiano), inserita nella suggestiva e omonima piazza; notevoli anche la Chiesa di San Floriano a Storo, quelle di San Michele e San Giovanni Nepomuceno a Darzo, Santa Giustina a Pieve di Bono e quella di Santo Stefano a Roncone, che conserva al proprio interno un'opera d'arte di rara raffinatezza: una cassa d'organo lignea intagliata nel secolo XVII.Come non citare poi le antiche residenze appartenute alla famiglia Lodron e distribuite nella parte meridionale della Valle o alcuni palazzi storici di assoluto valore, come il Palazzo Belli e il Palazzo della Torre di Condino e quelli di Piazza Cortella a Storo. Ma risultano evocative anche e soprattutto le manifestazioni artistiche legate alla vita quotidiana, allo sviluppo e alla conservazione di borgate dalle origini antichissime: impossibile non menzionare lo splendido Centro Storico di Bondone; la Casa Marascalchi , inserita nel nucleo abitativo di Quartinago di Cimego, che ha mantenuto immutate le caratteristiche di un tempo; o ancora, il ricco patrimonio rappresentato dai fienili di montagna, distribuiti in gran numero alle varie altitudini delle locali montagne, caratterizzati da costruzioni tipiche in cui si alternano strutture e tecniche realizzate con sassi e legname. Infine, meritano una menzione speciale i piccoli paesini situati in quota: essi conservano molti tratti della vita passata ma anche e soprattutto una pace e una tranquillità altrove ormai sconosciute. Anche questa è arte!