La memoria rubata. Ritorno al museo di Bagdad | Bagdad nell’anno mille
La memoria rubata. Ritorno al museo di Bagdad
Titolo originale: La mémoire volée. Retour au musée de Bagdad
Nazione: Francia
Regia: Milka Assaf
Durata: 52’
Anno di produzione: 2004
Produzione: Coup d’oeil – Arte Geie
Il film racconta i fatti successivi all’8 aprile 2003, diciannove giorni dopo la dichiarazione di guerra all’Iraq, quando le forze anglo-americane entrano nella città di Bagdad, scatenando una guerriglia urbana. Caos: i saccheggiatori non risparmiano nemmeno quel tempio della memoria che è il Museo archeologico di Bagdad. Un anno dopo il Museo rinasce dalle sue ceneri. Bombe, spari, boati e fuoco, è questa l’atmosfera che si respira a Bagdad il 20 marzo 2003. In questo giorno le truppe americane entrano in guerra contro l’Iraq, gli americani distruggono prima i sobborghi della città, senza preoccuparsi dei civili inermi, e successivamente entrano nel cuore del capoluogo e mettono in fuga le forze di Saddam. Da questo momento il caos regna sovrano, i saccheggi e la guerriglia prendono il sopravvento, nulla viene salvato, neppure il Museo Archeologico di Bagdad, cuore pulsante della cultura irachena. Nidal El Amine, dipendente del museo, è una delle prime ad entrare nel museo dopo i saccheggi, la sua reazione e il suo dolore faranno il giro del mondo. La scena che i dipendenti del museo e gli iracheni si trovano davanti è terribile, migliaia di opere trafugate barbaramente e, le poche rimaste, distrutte dai vandali. Il museo, culla della civiltà, invece di essere stato protetto dalle truppe americane è divenuto teatro del conflitto, il disastro è totale e molti dipendenti, ritenuti in parte responsabili della disgrazia, vengono licenziati. Il nuovo direttore del museo è Donny Georges, archeologo iracheno che giurò di far riemergere il museo dalle ceneri della tragedia. I reperti scomparsi furono circa 14.400, una terribile sciagura agli occhi della popolazione irachena. Un furto catastrofico, compiuto da persone prive di moralità, avidi compratori che sanno già cosa vogliono e che assoldano la povera gente, disposta a tutto pur di guadagnare qualche spicciolo. Tutti i media, in seguito alla disgrazia, hanno messo in luce l’impotenza delle truppe americane, ed è per questo che si è cercato di rimediare alla tragedia creando un fondo per il museo. Grazie ad iniziative come queste, e anche a singoli cittadini, il museo sta risorgendo e molti reperti rubati sono stati oggi recuperati.
Bagdad nell’anno mille
Titolo originale: Baghdad in the Year 1000
Nazione: Francia
Regia: Alain Moreau
Durata: 49’
Anno di produzione: 2004
Produzione: Point du Jour
L’agenzia Reuters ha recentemente riportato i risultati di un’indagine del 2014 secondo la quale in questo Paese ben 4.500 siti di interesse archeologico, alcuni dei quali sotto l’egida dell’Unesco per la loro importanza, sono nelle mani delle truppe dell’Isis, come già lo erano stati in quelle di Al Qaeda: luoghi da saccheggiare per rivendere gli oggetti sul mercato nero e finanziare le operazioni. Un rapporto dell’intelligence irachena dell’estate 2014 rivela che l’Isis ha guadagnato 36 milioni di dollari contrabbandando arte antica. In Iraq, la guerra anglo-americana tra il 2003 e il 2011 ha provocato i saccheggi di alcuni siti storici fondamentali, come alcune delle capitali del Sumer e della Babilonia quali Umma e Isin.
Ma non è sempre stato così. Più di 1000 anni fa, infatti, Baghdad era chiamata Madinat al Salam, la “Città della Pace”. Come custode della conoscenza antica, Baghdad aveva tradotto Aristotele, Platone, Euclide. La cosiddetta città delle “Mille e una Notte” era un crogiolo di culture dove artigiani, poeti e mercanti erano in grado di trovare un punto di incontro attraverso la loro lingua comune, l’Arabo. Baghdad godeva di una cultura del commercio – ispirata dal Corano – unica all’epoca: transazioni finanziarie molto sofisticate… assegni emessi a Baghdad e riscossi a Cordoba, in Spagna, a circa 400 Km. di distanza. Nel XIII secolo, 12.000 mongoli a cavallo sotto il comando di Hulagu-Khan, nipote di Gengis Khan assediarono la città per 17 giorni. Baghdad non riconquistò più il suo splendore intellettuale, né la sua magnificenza.
organizzazione: Fondazione museo civico di Rovereto