Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani
Chi non avesse avuto occasione di visitare la mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani” allestita fino a pochi giorni fa nell'area archeologica di Palazzo Lodron, può ora vedere gli inediti reperti, per la prima volta esposti al pubblico, presso il S.A.S.S. lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, a Trento, sotto piazza Cesare Battisti dove la mostra è stata riallestita e dove sarà visitabile dal 16 gennaio fino al 30 settembre prossimo.
Che la tavola degli antichi romani benestanti fosse sontuosa e ricca di prelibatezze è risaputo. Meno noto è il fatto che anche a Tridentum, la Trento fondata nel I secolo a. C., nella X Regio, lontano da Roma e nel cuore delle Alpi, si degustassero cibi per il tempo raffinati e particolari. E' quanto testimoniato dai reperti rinvenuti dagli archeologi nel sottosuolo della città e in altri siti nel territorio trentino. Oggetti in gran parte inediti, per la prima volta esposti al pubblico nella mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani” allestita nell'area archeologica di Palazzo Lodron, nell'omonima piazza nel centro di Trento. L'esposizione, che sarà inaugurata sabato 19 settembre alle ore 17, getta uno sguardo sulle abitudini alimentari e la cucina in età romana sulle sponde dell'Adige. L'iniziativa si inserisce nelle proposte legate all’alimentazione in occasione di Expo 2015 ed è realizzata dall'Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento con il sostegno di Banca Popolare Volksbank e la partecipazione di Palazzo Roccabruna.
Le ricerche archeologiche condotte in Trentino negli ultimi anni, in particolare nel capoluogo e nella piana Gardesana, stanno restituendo informazioni di fondamentale importanza per ricostruire il processo di romanizzazione del nostro territorio. E proprio i ritrovamenti effettuati hanno fornito lo spunto per la mostra “Ostriche e vino”: utensili e suppellettili da tavola in ceramica fine e grezza, vetro e pietra, vasellame in bronzo per la cottura dei cibi datati tra il I ed il IV secolo d.C., oltre a resti vegetali, come cereali, legumi, vinaccioli. Materiali di intatta bellezza come i raffinati vetri smerigliati di coppe e bicchieri che svelano un gusto ricercato e grandi abilità artigiane. Molte le curiosità, come le ostriche di mare, provenienti probabilmente dall'Adriatico.
Gli scavi in Trentino hanno restituito materiali particolari come i resti di griglie in ferro per mantenere i recipienti di cottura separati dal contatto diretto con il calore. Da via Prepositura a Trento provengono le grandi teglie antiaderenti, adatte alla cottura di pane o frittate, prototipi di quelle anche oggi usate nelle nostre cucine. Dotate di un fondo ricoperto da uno spesso strato di vernice rossa con funzione impermeabilizzante, sono state rinvenute in un complesso produttivo attivo tra il I ed il III secolo d.C. Erano utilizzate per la cottura di pasti in larga scala all’interno di un “servizio mensa” destinato al personale che operava nell’azienda. Sempre a Trento, il sito di piazza Verzeri, oltre alle ostriche ha restituito un frammento di contenitore destinato a contenere del miele come suggerisce la scritta graffita mellis. Di notevole pregio (status symbol di un aristocratico locale) è il bicchiere in vetro bianco con pareti sfaccettate, rinvenuto ad Arco, prodotto nelle officine renane, ispirato a manufatti importati dal Vicino Oriente. Quanto alla dieta, manco a dirlo, prevaleva anche nel territorio trentino quella mediterranea a base principalmente di cereali, frutta e verdura, ma ricchissima di sapori, spezie e piante aromatiche come riporta Marco Gavio Apicio nel “De Re Coquinaria”. Il pasto consueto era a base di farine e legumi, attestati in grande quantità anche durante lo scavo di un’azienda agricola a Navicello presso Rovereto (soprattutto miglio e lenticchie e una varietà locale di frumento).
organizzazione: Soprintendenza per i beni culturali Ufficio beni archeologici