Bastione di Riva
Una fortezza veneziana al confine fra i domini della Serenissima e il principato vescovile di Trento
Il complesso fortificato del Bastione, che domina l’antica città murata di Riva, deriva il suo nome dal possente torrione circolare in blocchi di calcare bianco, un tempo affiancato da un’ampia spianata fortificata presidiata da un altro bastione minore semicircolare a sud e da uno poligonale a nord. L’intero sistema difensivo fu costruito fra il 1507 e il 1508 – quasi allo scadere della dominazione veneziana del Sommolago (1440-1509) – per difendere la città e il territorio adiacente, nel clima dell’imminente guerra fra la Repubblica di Venezia e le potenze europee. Questo estremo lembo dei possedimenti veneziani nelle Alpi costituiva infatti un tassello decentrato rispetto al cuore del dominio veneziano in terraferma, ma pur sempre caratterizzato da una delicata funzione di ‘cuscinetto’ fra la Repubblica, il ducato di Milano e il principato vescovile di Trento soggetto all’autorità imperiale.
La costruzione del Bastione fu decretata ufficialmente nel 1507 dal Consiglio generale rivano, alla presenza del Provveditore veneziano Marco Renier, adottando un impianto e modalità tecnico-costruttive in linea con la prassi delle fortificazioni italiane dell’ultimo Quattrocento. In particolare, il torrione circolare permetteva di coprire con le sue bocche da fuoco un raggio d’azione di 180°, adeguato alla collocazione strategicamente isolata e dominante sul pendio sovrastante l’abitato. Da qui, il tiro delle artiglierie avrebbe potuto facilmente essere indirizzato verso il settore settentrionale delle mura di Riva, ove l’antica cinta medioevale non era sufficiente a garantire un’efficace protezione verso eventuali attacchi con artiglierie provenienti da Nord.
Non risulta tuttavia che il complesso del Bastione abbia mai svolto alcuna delle funzioni difensive per le quali fu ideato e costruito. Nel 1509, dopo la clamorosa sconfitta subita dalla Serenissima ad Agnadello, gli eserciti della Francia e dell’Impero presero rapidamente possesso dei territori veneziani in terraferma: fra questi anche il Sommolago, subito riacquisito dal principe vescovo di Trento Georg Neydeck e da allora rimasto stabilmente all’interno del principato vescovile. A testimonianza di questo spostamento dei confini, nella muratura del prospetto principale del torrione fu inserita un’edicola lapidea con lo stemma del Neydeck.
Quanto rimane del torrione, minato dalle truppe francesi del duca di Vendôme nel 1703, soggetto a ripetuti crolli fra Ottocento e Novecento e interamente restaurato dalla Provincia autonoma di Trento fra il 2007 e il 2008, costituisce un’eccezionale testimonianza di architettura fortificata di età rinascimentale per la difesa con artiglierie. L’unico termine di paragone presente in Trentino è rappresentato dalle opere di fortificazione del castello di Rovereto, anch’esse realizzate dal governo veneziano della città negli ultimi decenni del Quattrocento.
Al valore strettamente storico e architettonico, il complesso del Bastione unisce una forte valenza paesaggistica, data dalla sua collocazione elevata che offre un’ampia vista sul lago, sull’abitato di Riva e sull’intera conca dell’Alto Garda.
Luca Gabrielli, Soprintendenza per i beni culturali
Note sull'accessibilità del sito
È possibile raggiungere il bastione in auto (provvisti di contrassegno) da via Monte Englo. In alternativa, da via al Bastione, con percorso trekking (durata 20 minuti circa) pavimentato in acciottolato e lastre di porfido (pendenze variabili dall’8% al 10%). Punto panoramico pianeggiante pavimentato in acciottolato e piastrelle. L’interno del bastione e la terrazza sono raggiungibili con una serie di gradini (altezza variabile da 16 a 28 cm) e con un percorso in ghiaia e roccia. Bar con bancone alto 130 cm e tavoli alti 74 cm (luce netta 72 cm); seconda sala bar preceduta da 19 gradini alti 16 cm. Nei servizi igienici attrezzati, il wc ha maniglioni di sostegno su entrambi i lati.