Villino Campi
Costruzione in stile Liberty, è attualmente un centro di valorizzazione scientifica del Garda gestito dall'APPA, Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente
La storia del Villino Campi, una costruzione in stile Liberty cui si accede da viale Rovereto o dalla fascia lago, s'intreccia con quella del Sanatorio von Hartungen, ad esso immediatamente adiacente sul lato ovest. Originariamente chiamato Villa Lola, ebbe come prima proprietaria Hermine Nadosij nata von Karczag, un'ungherese che già era stata paziente del dottor Christoph von Hartungen a Vienna, la quale, nel 1889, gli aveva venduto, dopo avergliela precedentemente affittata, quella che sarebbe divenuta Villa Cristoforo I, l'attuale Villa Minerva in viale Roma. Sicuramente la Nadosij edificò Villa Lola poco dopo il 1890, anno in cui il dottor von Hartungen acquistò i terreni alla Galenzana. Risale al 1895 la costruzione della balaustra con la torretta sovrastante l'accesso al porto privato, il cui progetto è conservato all'Archivio Comunale di Riva che ne riporta anche i confini, costituiti ad ovest dalle proprietà del dottor Hartungen e ad est da quelle del conte Martini. Tale porticciolo oggi è scomparso, ma è ben visibile in una foto scattata pochi anni dopo la sua realizzazione.
Il Villino oggi
Nel 1897 la nobildonna ungherese donò la villa alla compatriota Olga de Fischer, moglie del dottor Giulio de Kautz di Börnij, mentre uno stabile attiguo ad essa, di proprietà del dottor von Hartungen, fu da lui venduto, nello stesso anno, a Stefania de Fischer di Raab, che da lei prese nome di Villa Stefania. Nel 1903 Villa Lola e Villa Stefania vennero acquistate dal nobile Luigi de Campi da Cles il quale, assieme ad esse, comperò dal dottor von Hartungen il terreno tra la strada di Torbole e le ville, oltre ad altri due porzioni che, inspiegabilmente, figuravano ancora di proprietà degli Hartungen, l'una compresa tra i due edifici, l'altra tra questi e il lago. Alla morte del nobile Luigi de Campi, Villa Lola, alla quale egli aveva dato il proprio nome, divenne proprietà della sua vedova Costanza nata baronessa Sweine. Nel luglio del 1949 il villino fu acquistato dall'Amministrazione Provinciale di Trento e il 3 giugno 1976 divenne bene del Comune di Riva. Nel 1992 il Consiglio Comunale di Riva lo concesse in comodato gratuito per la durata di vent'anni alla Provincia Autonoma di Trento, perché ospitasse un Centro Scientifico di studi idrobiologici.
Note sull'accessibilità del sito
La pavimentazione dei parcheggi è in porfido e grigliato. Zona esterna pianeggiante con fondo erboso e viottoli pavimentati regolarmente. L’entrata indicata è quella meno barrierata e viene aperta su richiesta. Bancone reception alto 111 cm. Sale espositive del piano terra pavimentate in moquette. Sala “riproduzione ponte barca a vela” con pendenza del 6%. Sala geologica (primo piano) raggiungibile con rampa lunga 15 cm (pendenza 22%), all’interno alcuni passaggi tra i pilastri espositivi hanno una larghezza variabile da 57 a 99 cm. Sala botanica (primo piano) raggiungibile con 2 gradini alti 9 cm. Sala conferenze (primo piano) arredata con sedie fisse, corridoi laterali larghi 71 cm, zona relatori raggiungibile con un gradino di 20 cm. Ascensore con pulsantiera in rilievo e in Braille. I servizi igienici attrezzati si trovano al piano terra ed hanno il wc con incavo e maniglioni di sostegno su entrambi i lati. Altri servizi igienici di identiche dimensioni al primo piano, non attrezzati.
Rilevazioni eseguite dal personale della Cooperativa HandiCREA